ARCHITETTURA E MODERNITA' 
DAL BAUHAUS DI GROPIUS ALLA RIVOLUZIONE INFORMATICA DI ITO

LIBRO TERZO. LA RICOSTRUZIONE DEL SIGNIFICATO:1945-1956


Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'architettura si trovò di fronte al bisogno urgente di rinnovamento e rifondazione morale. La devastazione del conflitto aveva evidenziato le ambiguità della modernità e del progresso tecnologico, rivelatisi tanto mezzi di innovazione quanto di distruzione. Gli architetti dell'epoca iniziarono così una profonda riflessione sui valori etici e sociali, cercando di creare spazi che riflettessero un senso di memoria, coesione e rinascita.

Alcune opere emblematiche di questo periodo, come le Fosse Ardeatine, si caricarono di significati simbolici, trasformando il dolore della guerra in composizioni architettoniche piene di valore storico e commemorativo. Parallelamente, figure come Le Corbusier, con progetti come il Modulor e l'Unité d'Habitation, esplorarono il ruolo dell’architettura nella vita umana attraverso un approccio che combinava funzionalità e valori umani, rispondendo a un bisogno di strutture non solo funzionali ma anche portatrici di senso.

L’architetto Louis Kahn, in particolare, rappresentò un cambio di paradigma, opponendosi al funzionalismo rigoroso e promuovendo un'architettura incentrata su simbolismo e significato. Per Kahn, l’edificio doveva riflettere i bisogni istituzionali e sociali, esprimendo coesione e memoria collettiva attraverso un approccio che integrava struttura, spazio e luce. Per lui, ogni edificio incarnava un ordine istituzionale e archetipico, in cui la stanza diventava l'unità fondamentale della struttura e la luce un elemento rivelatore dello spazio simbolico.

Nel contesto del cemento armato, tecnologie avanzate portarono l’architettura oltre i limiti formali del passato. Architetti come Pier Luigi Nervi e Riccardo Morandi, in Italia, sfruttarono le potenzialità del cemento per creare forme nuove e sorprendenti: Nervi perseguiva equilibrio e stabilità, mentre Morandi introduceva strutture dall’apparenza quasi sospesa, ma in realtà solide e stabili. Similmente, Giò Ponti rivoluzionò la forma con il Grattacielo Pirelli, proponendo un’organizzazione strutturale innovativa e trasparente. Eduardo Torroja e Luigi Moretti, infine, esplorarono la plasticità e la potenza espressiva del cemento, anticipando concetti di design parametrico e forme indipendenti, che avrebbero poi influenzato la progettazione digitale.

Nel complesso, il dopoguerra rappresentò un periodo di sperimentazione e liberazione della forma in architettura, in cui nuovi materiali e tecnologie permisero una sintesi tra ingegneria e arte, inaugurando un linguaggio che non era solo funzionale ma espressivo, simbolico e profondamente radicato nei valori umani.

SCACCHIERA

Phillips Exeter Academy Library: Louis Kahn


Nel dopoguerra, l'architettura si orienta verso un'esplorazione profonda dei valori umani e sociali, in cui la forma non è più mera espressione di funzionalità, ma diventa simbolo e spazio di riflessione collettiva. Louis Kahn, con la Phillips Exeter Academy Library, incarna questa trasformazione, usando l'architettura come linguaggio di significati e valori. La scelta della scacchiera, per esempio, non è casuale: la griglia ordinata e geometrica riflette una struttura ordinata e razionale, che rimanda all'idea di un sapere organizzato e accessibile, in cui ogni singolo elemento ha un ruolo preciso ma si relaziona con il tutto.

In questo sistema a scacchiera, Kahn manifesta un’idea di coesione e integrazione, in cui l’ordine simbolico della biblioteca rappresenta un tempio del sapere, un’istituzione che va oltre il semplice spazio funzionale. Come nei progetti innovativi di Pier Luigi Nervi e Luigi Moretti, dove struttura e funzione si fondono in un linguaggio espressivo, la biblioteca di Kahn eleva il concetto di forma a un livello archetipico, con spazi che non solo servono a ospitare libri, ma che invitano gli utenti alla riflessione e alla connessione intellettuale e umana. La scacchiera, quindi, diventa un simbolo di ordine e profondità, in linea con la filosofia post-bellica che cerca nel costruire un'architettura che possa essere spazio di memoria, significato e ricerca del sapere condiviso.






















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